Al di sotto del relitto della nave, fatta naufragare lo scorso gennaio sugli scogli dell’Isola del Giglio, vivono approssimativamente 200 cozze giganti, rarissime. Le cozze apparivano coperte da alghe, ma a ragione dell’insufficiente luce del sole nascosta dalla nave semi-sommersa le alghe sono decedute, scoprendo le cozze. I molluschi giganti sarebbero andati distrutti con le operazioni di rimozione della Concordia. Un gruppo di sub le ha spostate con tatto e traslocate in un posto differente e a poca distanza. Successivamente allo spostamento dell’imbarcazione saranno un’altra volta risistemate nel loro habitat nativo. Le cozze trovate sono esemplari di Pinna nobilis, ed è la più grande cozza vivente nel Mar Mediterraneo. Può arrivare a un metro di lunghezza. Esclusiva del nostro mare è normalmente localizzata in mezzo alle praterie di Posidonia oceanica, da pochi metri fino a quaranta di profondità. È un organismo che vive in stretto contatto con il fondo o fissato a un substrato solido. Si salda fortemente al fondale marino con la parte acuminata del suo guscio triangolare nella sabbia o nella pietra. Per sfamarsi e respirare pompa l’acqua nella concavità del mantello per mezzo di un sifone inspirante e poi la esala attraverso uno esalante. Le cozze hanno il lato posteriore arrotondato e mostrano una ventina di coste radiali con scaglie a forma di canali. La colorazione è bruna con scaglie più chiare; l’interno è bruno e brillante con la parte anteriore madreperlacea. Sono capaci di essere in vita per oltre venti anni e arrivare a un metro di lunghezza, ma la grandezza media della conchiglia di un esemplare adulto è intorno ai 65 cm. Ha una crescita alquanto rapida nei primi anni di esistenza, mediamente 10 cm per anno; pervenuta la maturità sessuale, intorno ai 40 cm, la crescita decelera e si assesta su pressappoco 10 cm ogni tre anni.
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